C’è un padre irritato che proclama, categorico: “Mio figlio è immaturo”. Un uomo giovane, rigidamente seduto nella perpendicolare del suo completo scuro. Dritto sulla sedia, dichiara di punto in bianco che suo figlio è immaturo. E’ una constatazione. Non implica né domande né commenti. Esige una soluzione, punto e basta. Chiedo comunque l’età del figlio in questione. Risposta immediata. “Già undici anni.” E’ un giorno in cui non sono in forma. Dormito male, probabilmente. Mi prendo la fronte tra le mani, per dichiarare, infine, come un Rasputin infallibile: “Ho la soluzione”. Soleva un sopracciglio. Sguardo soddisfatto. Perfetto, siamo tra professionisti. Allora, questa soluzione? Gliela do. “Aspetti”. Non è contento. La conversazione non andrà molto lontano. “Questo ragazzino non può mica passare il tempo a giocare!” L’indomani incontro per strada il medesimo padre. Stesso completo scuro, stessa rigidità, stessa ventiquattrore. Ma gira in monopattino. Giuro che è vero.
(dall’ultimo libro di Pennac, Diario di scuola – colloquio tra insegnante e genitore…)
Mi è piaciuta troppo. Ma tutto il libro è una fonte di 'chicche' che non sono solo 'simpatiche'- ma anche assolutamente vere. Un abbraccio!
2 commenti:
Grande.
Proprio lui.
C’è un padre irritato che proclama, categorico:
“Mio figlio è immaturo”.
Un uomo giovane, rigidamente seduto nella perpendicolare del suo completo scuro. Dritto sulla sedia, dichiara di punto in bianco che suo figlio è immaturo. E’ una constatazione. Non implica né domande né commenti. Esige una soluzione, punto e basta. Chiedo comunque l’età del figlio in questione.
Risposta immediata.
“Già undici anni.”
E’ un giorno in cui non sono in forma. Dormito male, probabilmente. Mi prendo la fronte tra le mani, per dichiarare, infine, come un Rasputin infallibile:
“Ho la soluzione”.
Soleva un sopracciglio. Sguardo soddisfatto. Perfetto, siamo tra professionisti. Allora, questa soluzione?
Gliela do.
“Aspetti”.
Non è contento. La conversazione non andrà molto lontano.
“Questo ragazzino non può mica passare il tempo a giocare!”
L’indomani incontro per strada il medesimo padre. Stesso completo scuro, stessa rigidità, stessa ventiquattrore.
Ma gira in monopattino.
Giuro che è vero.
(dall’ultimo libro di Pennac, Diario di scuola – colloquio tra insegnante e genitore…)
Mi è piaciuta troppo. Ma tutto il libro è una fonte di 'chicche' che non sono solo 'simpatiche'- ma anche assolutamente vere.
Un abbraccio!
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